CAMPERANDO

MLR, una playlist costruita come se fosse un “concept album” degli anni ‘70

28 ottobre 2022 – Oggi compio gli anni. È un giorno particolare, che fino a questa sera ho deciso di dedicarmi, in compagnia di Yoda. Mi sono preso un po’ di tempo per completare la presentazione di un piccolo progetto che per me è molto importante. Non ha una rilevanza per il resto del mondo, ma mi piaceva l’idea di parlarne al di fuori della cerchia delle amicizie più strette.

“MLR” è una playlist davvero speciale, che ho assemblato in questi ultimi mesi a mano a mano che la mia percezione della perdita è cambiata. Se fossimo negli Anni ’70 sarebbe una sorta di “concept album”, ideato per narrare una storia. E questo in effetti fa la playlist: racconta il nostro rapporto da quando ci siamo conosciuti a oggi, con una maggiore enfasi – per motivi comprensibili – sull’ultimo periodo.

Ho voluto mettere nero su bianco i miei sentimenti letti attraverso le emozioni che solo la musica mi sa dare. E l’ho fatto un po’ per non dimenticare e un po’ per condividere. Lei non avrebbe approvato questa seconda parte: il suo buon senso mi avrebbe suggerito di evitare di “mettere in piazza” cose così personali. Ma lei ora non è più qui a guidarmi e a tenermi sui binari della riservatezza. E io ho bisogno di sfogare un po’ le mie ansie, i miei sconforti e soprattutto la mia tristezza e la mia solitudine.

Quindi ecco qui la playlist “MLR”, commentata da me medesimo. Nota: le cover degli album sono linkate a YouTube, per ascoltare/vedere direttamente la canzone di cui parlo.

Sono come tu mi vuoi – Irene Grandi

Lei ha sempre detto di essersi innamorata di me sin dal primo giorno in cui mi ha visto, di avere capito che ero l’amore della sua vita. Io no. Io ho resistito molti anni al suo interesse, prima di capire a mia volta che eravamo fatti l’uno per l’altra…

Sono come tu mi vuoi
E t’amo come non ho amato mai
Io sono la sola che possa capire
Tutto quello che c’è da capire in te

E non sai quanto bene ti ho dato
E non sai quanto amore sprecato
Aspettando in silenzio che tu
Ti accorgessi di me

Il più grande spettacolo dopo il Big Bang – Jovanotti

Poi l’amore ha preso forma, è diventato sentimento forte e reciproco. Siamo diventati una coppia per cui tutto era possibile, anche cambiare ogni cosa – casa, lavoro – per seguire nuovi progetti, nuove idee e nuovi sogni. Sono stati anni sfidanti e bellissimi, dove insieme abbiamo trovato completa sintonia nella costruzione del nostro futuro. Ci è mancata la tranquillità economica per poter realizzare quello che avevamo in mente, ma eravamo una cosa unica, con un unico sguardo verso il futuro.

Il più grande spettacolo dopo il Big Bang
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang
siamo noi: io e te

Che abbiamo fatto a pugni
Io e te, io e te
Fino a volersi bene
Io e te, io e te
Che andiamo alla deriva
Io e te, io e te
Nella corrente… io e te
Che attraversiamo il fuoco
Con un ghiacciolo in mano
Che siamo due puntini
Ma visti da lontano
Che ci aspettiamo il meglio
Come ogni primavera
Io e te, io e te, io e te

Patrizia – Eugenio Finardi

Il nome (quello del titolo della canzone) naturalmente non corrisponde, ma la sostanza c’è tutta. Nel tempo, io e lei siamo diventati l’uno per l’altra qualcosa di insostituibile. L’intreccio tra vita personale e lavoro si è fatto sempre più stretto. Insieme, siamo stati capaci di diventare una sorta di squadra in grado di giocare su diversi campi, da quello tecnologico fino alla gestione di un bar. Ma appena liberi, a lei piaceva essere una donna con vicino il suo uomo e a me un uomo con vicino la sua donna: amore reciproco senza confini.

Ti amo perché sei una donna
Ma anche un vero uomo
Un’amica, un socio
A volte un maggiordomo
Perché giochi tutti i ruoli
Ma ti piaci in uno solo
Quello di donna
Con vicino il suo uomo

E amo il tuo sapore
Di fragole e di panna
D’estate d’erba appena calpestata
Ti amo perché sei solare
Perché sai far l’amore
Ti amo per come mi ami tu
Io ti amo per come mi ami tu
Io ti amo per come mi ami tu

La verità – Brunori Sas

Questa è una canzone che segna un passaggio fondamentale nella nostra storia di vita in comune, perché è quella che ci ha accompagnato verso la decisione di andare a vivere in camper. Non è certo stata una decisione semplice da prendere, viste le implicazioni relative ai rapporti con amici e familiari, al lavoro e alla casa. Ma quando pensavamo che non avremmo trovato il coraggio di farlo spuntava questa canzone. Il momento decisivo è stato poi la visione del film Ella & John – The leisure seeker di Paolo Virzì: una storia dolce e commovente. Dopo averla vista, uscendo dal cinema ci siamo detti che noi avremmo cambiato vita.

Te ne sei accorto, sì
Che parti per scalare le montagne
E poi ti fermi al primo ristorante
E non ci pensi più

Te ne sei accorto, sì
Che passi tutto il giorno a disegnare
Quella barchetta ferma in mezzo al mare
E non ti butti mai
Te ne sei accorto o no
Che non c’hai più le palle per rischiare
Di diventare quello che ti pare
E non ci credi più

La verità
È che ti fa paura
L’idea di scomparire
L’idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire
La verità
È che non vuoi cambiare
Che non sai rinunciare a quelle quattro, cinque cose
A cui non credi neanche più

Gli immortali – Jovanotti

Quando a giugno del 2019 abbiamo lasciato casa e ci siamo spostati su Falkor ci sembrava di toccare il cielo con un dito. Nonostante la gestione del bar richiedesse ancora la nostra presenza per due giorni a settimana sentivamo di avere fatto il grande passo. Poi ci si è messa la pandemia a frenare la nostra voglia di viaggio e libertà. Ma a poco a poco, con fatica e con impegno, siamo riusciti a liberarci di ogni laccio e finalmente a partire. Era il maggio del 2021 e ci sentivamo immortali.

E lo ridico ancora
per impararlo a memoria
in questi giorni impazziti
di polvere e di gloria
e lo ripeto ancora
fino a strapparmi le corde vocali
ora che siamo qui
Noi siamo gli immortali 

E hai disegnato a colori
il mondo che hai immaginato
te ne vai in giro a fare tentativi,
finche non avrà combaciato
e fai il lavoro sporco-o-o
per non far finta di essere pulito
hai qualche super potere
da usare contro il nemico,
masticando una gomma
dal sapore di infinito
che non finisce mai
che non finisce mai
non so se si è capito 

E lo ridico ancora
per impararlo a memoria
in questi giorni impazziti
che qui si fa la storia
e lo ripeto ancora
fino a strapparmi le corde vocali
ora che siamo qui
ora che siamo qui
ora che siamo qui
Noi siamo gli immortali

Ho bisogno di te – Vasco Rossi

Il nostro viaggio “vero”, tanto a lungo sognato e preparato, è durato solo una settimana, alla scoperta di borghi e castelli tra reggiano, parmense e piacentino. Poi il pugno nello stomaco che ha cambiato la nostra vita. E tutto l’anno successivo può essere riassunto in queste poche, secche parole.

Ho bisogno di te
Che hai bisogno di me
Te, che hai bisogno di me
Te, che hai bisogno di me
Sì, te, che hai bisogno di me
Forse qualcuno non ha mai avuto
Bisogno di niente e nemmeno di molto
Io non capisco cos’è
Ho bisogno di te
Ho bisogno di te
Ho bisogno di te
Ho bisogno di te
Ho bisogno

La morte (non esiste più) – Baustelle

12 maggio 2022. È stato il giorno in cui lei se ne è andata. Il giorno in cui l’algoritmo di Spotify ha deciso di farmi sentire per la prima volta questa canzone. Che ora rimarrà indissolubilmente legata a quel ricordo. È stato inquietante sentir citare la guerra (quella tra Russia e Ucraina era iniziata non molte settimane prima), e ora, mentre scrivo, sentir parlare di “inverni freddi” che “mi fan paura”. Suona tutto sinistramente profetico…

Certe notti da nevrastenia
da soffocare
apro la finestra e volo via
Si fa per dire
Come la ginestra nata sulla pietra lavica
Mi vedo lottare come mosca nel bicchiere
Eppure, Dio
Lo lascio fare

La morte non esiste più
Non parla più, non vende più
Mio folle amore

La vita non uccide più
I nostri baci, i nostri sogni
E le parole
Il tempo non le imbianca più
E non si seccano
A lasciarle stese al sole
Stringimi le mani, non è niente
Che la guerra passerà

Certi inverni freddi, certi guai
Mi fan paura
Prego nel restare ancora qui
Mi illudo ancora

Poi improvvisamente arrivi tu
Sorridi e penso che
Non ho più timore
Lascio correre, il dolore non c’è più
E niente muore
Baby

La morte non esiste più
Non parla più, non vende più
Mio folle amore

La vita non uccide più
I nostri baci
I nostri sogni
E le parole
Il tempo non le imbianca più
E non si seccano a lasciarle stese al sole
Credimi, morire non è niente
Se l’angoscia se ne va

My immortal – Evanescence

Questo è un brano profondo, che racconta di quanto sia difficile convivere con il ricordo, delle paure che non mi abbandonano. Nulla da aggiungere al testo qui sotto.

I’m so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
‘Cause your presence still lingers here
And it won’t leave me alone

These wounds won’t seem to heal, this pain is just too real
There’s just too much that time cannot erase

Canzone – Vasco Rossi

Un altro brano che non ha bisogno di presentazione o interpretazioni. È la solitudine che ho provato più spesso nelle prime settimane, e che ancora oggi mi prende e mi strappa qualche lacrima… Con la certezza consolatoria che, comunque sia andata, il nostro amore è stato splendido.

È nell’aria ancora il tuo profumo
Dolce, caldo, morbido
Come questa sera
Mentre tu
Mentre tu
Non ci sei più

E questa sera nel letto metterò
Qualche coperta in più
Perché se no, se no avrò freddo
Senza averti sempre
Senza averti sempre addosso

E sarà triste lo so
Ma la tristezza però
Si può racchiudere
Dentro una canzone
Che canterò

Ogni volta che avrò voglia
Di parlarti
Di vederti
Di toccarti
Di sentirti ancora mia
È stato splendido però
Amarti

Vivere o niente – Vasco Rossi

Una canzone-sfogo. Nulla di profondo, solo la voglia di gridare al mondo che “io sto male” e che fingere non mi riesce facile.

Vivere o niente
In fondo poi nemmeno sai perché
Solo ti muovi
Dentro questo spazio-tempo e

Lividi
Vedi i tuoi ricordi
Brividi
Quando senti che sono già morti

Io non ho voglia più di fare finta che
Che vada tutto bene solo perché
Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male

Starò meglio di così – Vasco Rossi

La canzone della consapevolezza di quanto sia stato importante il nostro rapporto (non che avessi bisogno di una canzone per saperlo…) e la presa di coscienza che ora sono libero, volendola vedere in positivo, di fare e decidere da solo quello che desidero. E con l’idea, la speranza, che un giorno le cose andranno meglio. È stata la prima volta che ho cominciato a pensare al domani senza di lei.

Ora vivo senza te
E non sai quanto è triste per me
Ho capito sì
Adesso so
Quanto eri importante tu però

Ora sono uguale a me
Non mi devo più sforzare di essere
Ora sono qui
Ora sono lì
Ora posso anche perdermi

Posso fare sai
Quello che voglio adesso sì
Posso lasciare sai
Tutte le cose anche così
Non lo so però
Io starò meglio di così

Na na na… na na na na…

Cosa sono senza te
Forse meno di niente perché
Se non ci sei tu
Sei non sei più qui
Io non ho più voglia di esserci

Non lo so che cos’è
Forse che non mi importa di me
Ora sono qui
Ora sono lì
Ora posso anche perdermi

Anima fragile – Vasco Rossi

Questa canzone Vasco l’ha dedicata al padre, dopo la sua scomparsa. È un testo breve, struggente, che ti entra nel cuore e nella mente. Tutto accompagnato al pianoforte. Pochi versi per dire che nonostante tutto la vita continua. Con o senza di noi.

E tu
Chissà dove sei
Anima fragile
Che mi ascoltavi immobile
Ma senza ridere

E la vita continua anche senza di noi
Che siamo lontani ormai
Da tutte quelle situazioni che ci univano
Da tutte quelle piccole emozioni che bastavano
Da tutte quelle situazioni che non tornano mai
Perché col tempo cambia tutto, lo sai

E cambiamo anche noi
E cambiamo anche noi
E cambiamo anche noi
E cambiamo anche noi

Aspettami – Vasco Rossi

La situazione immaginata da Vasco è ovviamente differente da quella in cui mi sono trovato io. A me però piace interpretare diversamente le parole di questa canzone: lei se ne è andata velocemente come un missile, io cerco di riadattarmi alla vita e – pur non credendo nell’aldilà, nell’anima, nel Paradiso o nell’Inferno – la chiamo, le chiedo di attendermi, ovunque si trovi. Un giorno la raggiungerò. E saremo finalmente di nuovo insieme.

Giuro che io non ti sto pensando
Ma… non è vero
Questa notte mentre lei mi stava amando
Io… non c’ero
Sono con te in qualunque posto tu sarai
Sono con te e non lo sai

E disperatamente cerco di scordarti
Ma… non è vero
Perché ogni volta che ho deciso di lasciarti
Io… non c’ero

Sei come un missile che vola via
Tu chiudi gli occhi e immagina la scia
E ci sei dentro bambina mia
Ti lasci andare e lui ti porta via

Aspettami
Non vedi che ci sto provando

Aspettami
Non senti che ti sto chiamando

Aspettami
Rimani li da sola
Stanotte ho già deciso
Stanotte non si vola

Aspettami
Aspettami

Mi manchi – Simone Cristicchi

Un’altra canzone che non ha bisogno di spiegazioni. Forse un po’ troppo didascalica e non aderente alla situazione. Ma musica e parole si fondono fino a creare, per me, il giusto “mood”, che si concretizza ancor di più nell’ultima parte…

Mi manchi
Come manca il mare a un’isola
Come ad un bottone l’asola
Come un mese a un calendario
E a un teatro il suo sipario
A una suora il suo rosario
Come le ali a un aeroplano
L’altalena ad un bambino
La sua patria a un emigrato

Mi manchi
Come l’ago ad un pagliaio
Allo Yeti il suo ghiacciaio
Come il vento agli aquiloni
Come il cacio ai maccheroni
E la penna ad un notaio
Come manca un pesce all’amo
Come a volte manca il fiato
E a me dirti che ti amo

Mi manchi
Come tela ad un pittore
Come adesso le parole
Come a me manca il tuo amore

Manifesto futurista della nuova umanità – Vasco Rossi

Nell’ultimo periodo il dolore fa capolino meno spesso, sento che piano piano arriverà una nuova alba. E tra le mie emozioni ne crescono di nuove. L’importante è non lasciarsi sopraffare da quelle vecchie. Questo brano di Vasco è pieno di energia, fa emergere una voglia prepotente di cambiamento che ancora non può avvenire, ma che è là ad attendermi.

La cosa più semplice
Ancora più facile
Sarebbe quella di non essere mai nato
Invece la vita
Arriva impetuosa
Ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova

Ti prego perdonami
Ti prego perdonami
Ti prego perdonami se non ho più la fede in te
Ti faccio presente che
È stato difficile
Abituarsi ad una vita sola e senza di te

Mi sveglio spesso sai
Pieno di pensieri
Non sono più sereno
Più sereno com’ero ieri
La vita semplice
Che mi garantivi
Adesso è mia però
È lastricata di problemi

Sarà difficile
Non fare degli errori
Senza l’aiuto di
Di potenze superiori
Ho fatto un patto sai
Con le mie emozioni
Le lascio vivere
E loro non mi fanno fuori

Nel blu – Nicolò Fabi

Il testo di questa canzone lo metto per intero, perché Fabi, con una delicatezza infinita, racconta di un incontro tra due persone che hanno voglia di ricominciare. E questo è il sentimento che comincia a prevalere in me. Nella canzone è bellissima l’immagine di “un’assemblea di cocci a conversar di vasi”… Non so quando, come e se questo accadrà, ma il modo in cui questo brano lo dipinge è di una dolcezza che spalanca il cuore.

È stato come in un appuntamento
Su uno scoglio prima del tramonto
Sembrava che io guardassi solo al largo
Ma ti ho sentita arrivarmi accanto
Prima seduti con le gambe fra le braccia
Ognuno muto dentro i suoi richiami
Poi con cura ci siamo aperti come libri
Aiutandoci a ricordare i nomi di quelli che eravamo
Quelli che eravamo

Tu arrivavi dalla fine di una guerra
Io ero scivolato dal mio piedistallo
Un’assemblea di cocci a conversar di vasi
Due cani col guinzaglio alla ricerca di un padrone
Nella schiuma in basso ci appariva tutto chiaro
Che non si nasce con un coltello tra le mani
Guardandoci negli occhi, entrambi sapevamo
Che alla fine qualcuno pagherà
Il male che ci ha fatto qualcun altro

Così ci siamo alzati contro il vento
E in pochi passi eravamo fino al bordo
Con il coraggio che da soli non avremmo mai trovato
Tu mi hai sorriso e ho sentito di esser pronto
Così il peso si è lasciato andare avanti
E i talloni si sono alzati dalla terra
Tu avevi paura, io forse un po’ di più
Ma l’attimo dopo in un salto, noi eravamo insieme
Nel blu

Nel blu
Nel blu

Andare oltre – Nicolò Fabi

La playlist era finita con il brano precedente, ma nelle scorse settimane Fabi si è superato e ha sfornato un’altra bellissima canzone. Anche in questo caso pubblico il testo completo, perché il quadro che dipinge è incredibile, diviso tra il desiderio di ricominciare e la richiesta di perdono (con la certezza che arriverà) alla persona scomparsa. Insomma, anche la mia “condanna” è andare oltre. E sono certo che Marilù approverebbe.

Poi ricominciare da capo
Ad uscire la sera
A comprarsi i vestiti
Ai rituali dei corteggiamenti
Agli inviti a cena nei ristoranti
Alla paura di restare a casa
A volere piacere
A mascherare il dolore

E poi aprirsi di notte in un letto
Entrare in un corpo diverso
Un sonno leggero
Con un estraneo al tuo fianco
E quel pensiero dopo il risveglio
Che ti accompagna mentre scendi le scale
Sarà una stella cadente
O una storia per sempre

Tu mi perdonerai mai?
Sì che mi perdonerai
Tu mi perdonerai mai?
Sì che mi perdonerai

E poi raccontarsi di nuovo
Le vacanze d’infanzia
Gli amori passati, i film preferiti
E i traumi subiti
Ma la vita è ormai lunga
Come le sue complicazioni
Le strutture mentali
I doveri e le cicatrici

Permettere a un altro
Di occupare il nostro spazio
E di guardarlo da dentro
Dentro i confronti e le sostituzioni
Un altro che vive con i nostri fantasmi
E che ci spinge verso il futuro
Sfida il nostro equilibrio
E ci toglie il respiro

Tu mi perdonerai mai?
Sì che mi perdonerai
E io mi perdonerò mai?
Sì che mi perdonerò

E intanto sono già
Al di là del ponte
La mia condanna, lo sai
È andare oltre
Andare oltre
Andare oltre
Andare oltre
Andare oltre

Non so se qualcuno di voi è arrivato a leggere fino a qui. Spero di non avere annoiato troppo. Ma avevo davvero bisogno di “costruire” questo percorso. È uno dei tanti passaggi che in questi ultimi quasi sei mesi ho dovuto/voluto affrontare per elaborare il mio lutto. So che non è finita: tutto evolve, compresi me, le mie emozioni e i miei sentimenti. Ma prometto che d’ora in poi tornerò a parlare di viaggi, di veicoli, di vita in camper.

Nota di servizio: se qualcuno usa Spotify ed è interessato ad ascoltare la playlist nella sua interessa, qui trova il link per accedervi: https://open.spotify.com/playlist/7tHDX0R4CBh9JOcLQrhfPI?si=a8283a3a7c3642ac

INFORMAZIONI SULL'AUTORE / ABOUT THE AUTHOR

Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e imprenditore dal 2007. Si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni '80, prima come giornalista poi come traduttore specializzato, e da circa tre decenni ama girare in camper. Dalla fine di maggio del 2019 è diventato "fulltimer". A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it.

Born in 1964, he has been a professional journalist since 1990 and an entrepreneur since 2007. He has been involved in technology since the end of the 1980s, first as a journalist and then as a specialized translator, and for about three decades he has loved traveling in a motorhome. Since the end of May 2019 he has become a "fulltimer". In July 2019 he launched the blog seimetri.it

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