CAMPERANDO

In attesa del camper “alla spina” ecco come abbiamo portato al limite la campionessa elettrica di economia: la Dacia Spring

19 gennaio 2022 – Parlare troppo di camper alla fine può essere noioso, non trovate? No? Beh, oggi vi parliamo lo stesso di un’auto elettrica… Del resto che gusto c’è ad avere un blog personale se non si può pubblicare tutto quello che si vuole? 😂

Dato che una macchina a batteria è entrata da qualche mese nella nostra disponibilità (è la vettura della mamma di Paolo) e visto che dovevamo andare a trovare il nostro Falkor temporaneamente ricoverato presso l’officina di Gulliver’s, oggi vogliamo raccontarvi la nostra esperienza di guida con una Dacia Spring su media distanza. Niente di scientifico, ma solo quello che abbiamo provato concretamente.

Per chi non lo sapesse, la Dacia Spring è la vettura elettrica “vera” (cioè escludendo quelle che si possono guidare anche con il “patentino”) più economica in assoluto, costando circa ventimila euro (quasi 22mila quella più accessoriata), ed ha un’autonomia dichiarata ragionevole: 230 chilometri nel ciclo WLTP che possono diventare 305 in città se le condizioni sono ottimali. È molto controversa per la sua impostazione di auto decisamente economica, ma in realtà ha dotazioni di tutto rispetto.

Noi usiamo una Comfort Plus ritirata a ottobre con la quale abbiamo percorso 2.909 chilometri. L’uso abituale è per commissioni nella zona in cui ci troviamo da qualche mese (distanza tra 5 e 30 chilometri) e per andare e venire da Milano a Iseo. Quest’ultimo percorso è di circa 110 chilometri, 80 dei quali autostradali.

In media ci percorriamo 240 chilometri

La Spring in queste condizioni d’uso è perfetta, anche senza caricatore DC (che non abbiamo potuto avere, come opzione, in quanto non disponibile al momento dell’ordine). La tratta Milano-Iseo di norma porta a percorrenze di circa 160/200 chilometri: vedremo più avanti come la temperatura esterna influisca su questo valore.

Nelle condizioni ideali, cioè con tempo sereno e temperatura tra 15 e 20 gradi, su percorsi misti e senza autostrada copriamo mediamente 240 chilometri. Non ne facciamo un uso prettamente cittadino e quindi non ambiamo, né potremmo farlo, ai 305 dichiarati. I valori che raggiungiamo di solito sono in linea con le aspettative che avevamo.

L’idea di questo post è quella di spiegare ai neofiti o ai dubbiosi cosa si può fare realmente con questa vettura, sapendo che l’autonomia vera dipende da molti elementi, i cui principali, in ordine di importanza, sono: tipo di strada percorsa, stile di guida, temperatura esterna, uso di riscaldamento/condizionamento.

I parametri che influenzano l’autonomia

Il primo elemento fa una differenza enorme: tra tutta autostrada e tutto percorso cittadino possono “ballare” anche 120/130 km; lo stile di guida è altrettanto importante e può avere un simile impatto; la temperatura esterna riduce drasticamente l’autonomia quando scende sotto i 5 gradi; riscaldamento e condizionamento possono assorbire 1/2 kW e in un percorso di un’ora significa consumare tra l’1,5 e il 3 per cento di batteria. Ovvio, quindi, che le singole esperienze possono variare anche di molto.

L’obiettivo secondario di questo lungo post è quello di chiarire come funziona quello che in tanti – forse non comprendendone appieno il funzionamento – chiamano un po’ dispregiativamente “indovinometro”, ovvero il computer di bordo che stima l’autonomia residua. Molti ritengono che azzerandone i parametri l’autonomia reale possa allungarsi: non è così. Resettando i valori, il computer riparte semplicemente dalla media reimpostata, ovvero 230 km, ma appena registra lo stile di guida, il tipo di percorso, la temperatura e l’uso della climatizzazione torna a offrire una stima più veritiera.

Ma ecco la nostra esperienza. In questi ultimi due giorni abbiamo voluto provare a sperimentare i limiti della nostra Spring.

Da Iseo a Santorso e ritorno

L’itinerario che abbiamo percorso è questo: Iseo (BS) – Santorso (VI) per un totale di 176 km usando l’autostrada o 171 su strade urbane, provinciali, regionali e statali. All’andata, per ragioni di prudenza e per un appuntamento fissato a un determinato orario, abbiamo preferito fare tutte strada urbane ed extraurbane, senza mettere piede in autostrada. Eravamo quindi certi di arrivare a destinazione senza patemi, e così è stato.

Siamo partiti poco dopo le 9 con tempo sereno e temperatura di partenza di 3 gradi, che nel giro di un’oretta è salita a 12. Nessun problema di calo sostanziale nel rendimento delle batterie. Il computer di bordo, appositamente resettato prima di partire, indicava 230 km di autonomia. Dopo la partenza, il sistema si è adeguato al nostro comportamento di guida e ha ricalcolato la previsione di autonomia, che si è alla fine rivelata azzeccata.

I km percorsi, 171, sono stati per la maggior parte su strade statali con limite di 70 o 90 km/h, attraversando una città come Brescia e percorrendo la tangenziale di Verona. Il riscaldamento è rimasto sempre acceso in posizione sostanzialmente minima, con l’indicatore della manopola a metà strada tra niente riscaldamento e riscaldamento massimo. Il traffico è stato scarso e scorrevole. Autonomia residua all’arrivo: 20% di batteria e 45 chilometri stimati. Direi un ottimo risultato.

Le ambizioni crescono

Per questo oggi, al ritorno, abbiamo posto più in alto l’asticella: percorso più veloce e 176 km totali, di cui 140 in autostrada, 33 su statali da 70/90 km/h e 3 di strade locali. Alla partenza il meteo vedeva la presenza di nebbia e una temperatura di 2 gradi, mentre da metà percorso in poi è comparso il sole, ma non si è andati oltre gli 8 gradi. E abbiamo temuto di non farcela senza rabbocco di energia…

Dopo avere riportato ieri sera la batteria al 100% (3,5 ore di ricarica a una colonnina da 22 kW da cui l’auto ne preleva poco più di 7), il computer indicava un’autonomia di 231 chilometri: lo stile di guida di ieri, tenuto in memoria, lo rendeva ottimista.

Quando siamo partiti, quindi, il “margine” che avevamo era di 53 km (231 stimati meno i 176 da percorrere). Nella prima fase del viaggio, dopo essere entrati in autostrada, il computer ha rivisto abbastanza velocemente le sue stime, riducendo a una trentina di km la differenza tra distanza ancora da percorrere e autonomia stimata.

Modalità Eco per non esagerare

Anche in autostrada abbiamo mantenuto attiva (di solito non lo facciamo) la modalità Eco. Che non è in generale particolarmente utile, ma che aiuta in condizioni come questa a riaccelerare più lentamente(questa modalità limita la potenza utilizzata) e che fissa la velocità massima a 100 km/h. Questo valore consente di essere un po’ più veloci dei camion e quindi di sorpassarli per avere visuale libera. In questo modo non bisogna fare troppa attenzione al “piede”. 

La differenza di velocità tra Spring e camion ci ha portato però ad “abusare” della vettura: per non rimanere troppo a lungo nella corsia centrale della A4, più volte abbiamo fatto ricorso al cosiddetto “kick-down”, ovvero abbiamo premuto l’acceleratore a fondo per attingere a tutta la potenza disponibile e accelerare più rapidamente, escludendo così temporaneamente la modalità Eco. Mai superando comunque i 105 km/h, ma in modo sufficiente a completare più rapidamente i sorpassi.

Sono bastate poche decine di km per renderci conto che questa strategia non ci avrebbe portato a casa: il margine tra l’autonomia stimata e i km da percorrere si è lentamente assottigliato, fino a quando, con un valore ridotto a 10 chilometri, abbiamo deciso di metterci in scia a un camion, abbassando leggermente la velocità massima ed evitando di sorpassare. Siamo quindi passati a 85/95 km/h e il divario tra stima e strada rimanente si è stabilizzato: saremmo arrivati a casa con un margine di 5/7 km!

Niente panico: consultate il computer!

La Spring non va bene però per le persone ansiose. Se ci si affida al computer di bordo (e noi l’abbiamo fatto) non bisogna lasciarsi impressionare… Quando la stima dei km residui è arrivata a 30, l’indicatore a forma di auto che precede il numero dei km ha cominciato a lampeggiare. Mancavano 25 km alla meta… Quando la stima è scesa a 20 km si è accesa una spia arancione a forma di batteria ed è comparsa la scritta “EV batteria debole”, mentre a -10 km di stima residua questo valore è scomparso e la spia arancione ha cominciato a lampeggiare…

Mancavano cinque chilometri all’arrivo, con i primi tre da percorrere tutti in salita. La percentuale della batteria era al 5%. Abbiamo mantenuto lo stesso i 70 km/h di velocità e siamo arrivato in cima al colle con il 3% a due chilometri da casa. Da lì, metà del percorso è in discesa e con stime non più visibili e spie che lampeggiavano abbiamo condotto la Spring nel box concludendo il viaggio con il 2% di carica residua. Spenta la vettura e controllato con l’app, la percentuale è tornata a essere il 3% e la stima dei km ancora percorribili era di 12.

Si può fare (con prudenza)

Cosa abbiamo imparato da questa esperienza? Che conoscendo la vettura, capendo quali fattori influenzano il consumo e affidandosi al computer di bordo si può pianificare con sufficiente precisione anche un tragitto impegnativo. Quando abbiamo deciso di fare questa prova ritenevamo di poter avere circa 180 km di autonomia seguendo l’autostrada (per questo all’andata l’abbiamo evitata) e l’esperienza (e il computer di bordo) ce lo hanno confermato.

La Spring non è la campionessa dei grandi viaggi, e anche acquistando l’opzione DC (che sicuramente aiuta) non tutto è risolto: le colonnine capaci di erogare 30 kW sono ancora molto rare e quindi non sono garanzia di poter ricaricare la macchina in 50 minuti: più spesso bisognerà affidarsi a quelle da 22 kW, molto più diffuse. Un viaggio lungo, diciamo 600 km, richiederebbe quindi due soste per la ricarica, che con i tempi della Spring si tramuterebbero in circa 7/8 ore di sosta con il caricatore base e in circa 3 con il DC (a patto che la colonnina da 22 kW eroghi tutta la sua potenza, e a volte non è così).

Però la Spring consuma poco, si guida bene, ha una accelerazione più che sufficiente ed è spaziosa. L’autonomia è migliore di altre “piccole” e quindi alla fine, per le mie esigenze, siamo molto contenti di questa vettura. Per il nostro Falkor è presto, ma speriamo un giorno di poter convertire alla spina anche lui!

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INFORMAZIONI SULL'AUTORE / ABOUT THE AUTHOR

Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e imprenditore dal 2007. Si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni '80, prima come giornalista poi come traduttore specializzato, e da circa tre decenni ama girare in camper. Dalla fine di maggio del 2019 è diventato "fulltimer". A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it.

Born in 1964, he has been a professional journalist since 1990 and an entrepreneur since 2007. He has been involved in technology since the end of the 1980s, first as a journalist and then as a specialized translator, and for about three decades he has loved traveling in a motorhome. Since the end of May 2019 he has become a "fulltimer". In July 2019 he launched the blog seimetri.it

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